venerdì 29 marzo 2013

Saluti e Baci... (Mazara del Vallo)

Mazara è una città stupenda. E non lo dico perché è la mia città, dove sono nato e dove vivo tutt'ora. La Storia, la cultura, una buona cucina, un clima mite e un mare stupendo fanno di questa città un posto ideale dove vivere. Certo... non è tutto rose e fiori, ci sono pure dei problemi che però penso siano, almeno per ora, ad un livello fisiologico.

Nella giornata di San Giuseppe ho partecipato, con la famiglia,  ad una degustazione di piatti tipici presso la Pro Loco. Decidiamo, dopo, di fare una passeggiata e passiamo davanti alla chiesa di Sant'Ignazio, chiesa barocca priva del tetto e qui mia figlia mi chiede com'è caduto. Sinceramente non lo so... Azzardo che sia la conseguenza di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. A questo punto mi fa una domanda un po' stravagante: "Com'erano fatte le bombe che gli aerei hanno buttato durante la guerra?".

Un po' difficile rispondere, poi mi viene una idea. Sul lungo mare si trova il monumento ai caduti della prima guerra mondiale e alla sua base sono state installate delle bombe, presuppongo di quel periodo,  posso portarla li per farle vedere come sono fatte. Detto fatto.

Una volta tornato a casa, per curiosità, controllo le mie cartoline d'epoca perché ricordo di averne una che ritrae proprio il monumento ai caduti, esattamente questa:

Il "Monumento ai Caduti" di Mazara
negli anni 60 circa (fare click per ingrandire)
La guardo e la riguardo per un po' di tempo perché c'è qualcosa che non mi convince. Manca qualcosa.
Per curiosità il giorno dopo sono tornato sul posto e ho dissipato ogni dubbio, avevo ragione.

Il monumento oggi.
Nella foto in cartolina manca la statua.
Quindi l'aggiunta della statua del milite è una cosa recente. Sinceramente non ho ricordi del monumento e non saprei dire se il mio primo ricordo è con o senza la statua. A questo punto faccio una ricerca su internet per sapere quando è stata aggiunta e scopro che la storia è un po' diversa da come pensassi.

"Commissionata da un apposito Comitato presieduto dal canonico Giuseppe Severino (fondatore dell'Ospizio di Mendicità, e, presidente dell'associazione Mutilati di Mazara) allo scultore romano Bentivegna. Essa fu realizzata per il perenne ricordo dei 288 caduti mazaresi durante la prima guerra mondiale (1915/18). La bella statua di bronzo, ubicata nella villa Garibaldi, volutamente dirimpetto al mar Mediterraneo era di pregevole fattura, venne rimossa durante la seconda guerra mondiale perchè doveva servire a realizzare cannoni. Trasportata in un primo momento a Sciacca di essa si sono perdute le tracce. L'amministrazione Vella ha commissionato allo scultore mazarese Disma Tumminello una nuova statua in sostituzione della precedente."

( fonte: Mazara forever "La Mazara che sta scomparendo" 9/12/2006)
http://pinum.blogspot.it/2006/12/la-mazara-che-va-scomparendo.html

Questo è quanto
Un saluto
Alessandro

venerdì 15 marzo 2013

L'operazione che sta facendo impazzire Facebook... (non me)

Su Facebook spopola questo quesito che rende le notti insonni a molti, ha raggiunto una popolarità pari, se non superiore, alla recente elezione del Papa.

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Con tutta la buona volontà di questo mondo non riesco a capire dove sta la difficoltà nel risolvere questa semplice espressione. E per risolverla non è necessario che scomodi le conoscenze che derivano dalla mia laurea in Matematica, mi basta ciò che ho imparato alle elementari (andavo forte, avevo 10!).

Cosa dice la regoletta sulla priorità delle operazioni?
Dice che moltiplicazioni e divisioni hanno la priorità su tutte le altre. Se però è presente una espressione tra parentesi, questa va risolta per prima.
In una espressione dove sono presenti solo moltiplicazioni e divisioni, queste si eseguono nell'ordine in cui si incontrando  (da sinistra verso destra).

Il risultato di questo calcolo è quindi semplice da ottenere ed è 9.

Non cominciate con interpretazioni fantasiose del tipo "questo si può pensare come... si può anche interpretare.... la scrittura non è chiara...".

Fa 9 e basta. Fine della discussione.

Il fatto che così tanta gente si scervelli per una cosa così banale la dice lunga su come siamo ridotti e che futuro (triste) ci attende.

Questo è quanto
Un saluto
Alessandro

P.S. Per i più scettici, provate a fare eseguire questa operazione alla calcolatrice di Google, non mi direte che sbaglia pure lei.

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Non aprite quella porta...

In genere, quando lavoro con CMS come Joomla o Wordpress, eseguo le installazioni su un server remoto. In alcuni casi particolari, però, ho bisogno di avere con me una installazione stand-alone da usare magari quando non ho a disposizione una connessione internet. 
A tal proposito ho installato, su una chiavetta USB, un server web Apache tramite XAMMP (http://www.apachefriends.org/it/xampp.html), da utilizzare ovunque all'occorrenza. 

Su uno dei miei computer, però, all'avvio del server Apache, si è presentato il seguente errore.

Messaggio di errore di  del server Apache
(fare click per ingrandire)

Skype, che era attivo, stava utilizzando le porte 80 e 443 impedendo ad Apache di avviarsi regolarmente.

La porta 80 è la porta di default utilizzata dal protocollo http, mentre la 443 è quella utilizzata dal protocollo https. Perché quindi Skype utilizza queste due porte? 
Skype utilizza queste due porte come alternativa per le connessioni in ingresso.
Il programma ha, secondo me, un comportamento un po' aggressivo e cerca, con questo sistema, di aggirare eventuali blocchi di porte effettuate da firewall utilizzando queste due che, essendo le porte di default di protocolli molto utilizzati e comuni, molto raramente sono chiuse.

Se chiudo Skype funziona Apache. La soluzione mi pare un po' drastica.
Per risolvere il tutto e far convivere allegramente questi programmi basta togliere il segno di spunta alla seguente opzione di Skype "Usa le porte 80 e 443 come alternative per le connessioni in ingresso".

L'opzione di Skype da modificare
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Così tutto funzionerà regolarmente.

Questo è quanto.
Un saluto
Alessandro

martedì 12 marzo 2013

Tiro... (Palo)

Quando abitavo a Palermo usavo pochissimo i mezzi pubblici e quasi mai l'auto. Andavo a piedi praticamente quasi ovunque, mi capitava talvolta di dovere fare più di 10 km, ma lo facevo volentieri. Andare con lentezza, tra le altre cose, mi premetteva di osservare meglio la città scoprendo angoli e dettagli che diversamente ben difficilmente avrei potuto notare.
In alcuni muri del centro storico sono presenti delle scritte  realizzate negli anni 30 e 40. Molte erano di propaganda tipo "Fu seme il fante e la vittoria il fiore", o qualcosa di simile.
Questa si dovrebbe trovare su un lato della caserma dei vigili del fuoco, dietro il Teatro Massimo, non dipinta ma scolpita,  vado un po' a memoria e quindi non sono certo.
Altre invece erano state scritte con la vernice, una sbiadita e al limite del leggibile, si trova in via Licoln su una facciata di un magazzino non lontano da Villa Giulia.

Camminando, in corso Calatafimi, di fronte all'albergo delle povere,  mi sono imbattuto in una di queste scritte e ho deciso di fotografarla. C'era però un piccolo problema, un palo posto nel mezzo non mi permetteva di fotografarla interamente.

Una parte della scritta e il palo.
(fare click per ingrandire)
Ho cercato una posizione che mi consentisse di fotografare tutto la scritta, quella nella foto sovrastante è solo una parte, ma per quanto mi sforzassi non c'era modo e sono arrivato alla conclusione che, con la macchina fotografica che avevo, una Sony Cybershot, non c'era verso.

Magari mettendomi sul marciapiede di fronte riesco a inquadrare tutto il muro e poi il palo lo tolgo con Photoshop. Si, pero se mi metto sull'altro marciapiede il palo alla fine diventa l'ultimo dei problemi.

Ciò che si vede dal marciapiede di fronte.
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Troppi oggetti sono in mezzo e questi, con tutta la buona volontà di questo mondo, non riesco a toglierli.

Mi pongo allora di fronte il muro da fotografare e scatto tante foto spostando leggermente l'inquadratura facendo in modo che ogni foto sia sovrapponibile con la precedente per almeno il 50%.
Sulla prima foto, però, ho dovuto usare lo strumento "Crop" per togliere il palo.

Strumento "Crop" applicato alla prima foto
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Dopo avere aperto tutte le foto con Photoshop utilizzo il comando "Photomerge"

Il comando Photomerge
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ottenendo il seguente risultato.

La foto panorama ottenuta
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Bisogna dire la verità... non è proprio il massimo e l'immagine è chiaramente deformata. A questo punto applico il filtro "Lens Correction..." per ridare forma all'immagine.

Applicazione del filtro "Lens Correction..."
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Il tutto stando attento a fare in modo che le linee verticali non si deformino e che la prospettiva sia credibile.
Una volta applicato il filtro togliamo tramite lo strumento "Crop" tutte quelle parti dell'immagine che non possono essere utilizzate o facilmente riparate.

Lo strumento "Crop" per togliere le parti
della immagine che non servono
(fare click per ingrandire)

Una volta ritagliata la foto bisogna ricostruire quelle parti dell'immagine che mancano. Nel caso specifico sono due strisce che si trovano nella parte inferiore, destra e sinistra. Dopo avere effettuato una selezione opportuna della zona da riparare si applica l'azione "Fill... " con l'opzione "Content-Aware..."

Il comando "Content-Aware"
(fare click per ingrandire)

ottenendo questo risultato.

Il muro "riparato"
(fare click per ingrandire)

Una volta terminata questa operazione, dopo avere regolato i livelli e la saturazione dei colori, ottengo finalmente l'immagine finale.

L'immagine finale
(fare click per ingrandire)
Questo è quanto.
Un saluto
Alessandro


sabato 9 marzo 2013

A domanda rispondo...

In questi giorni sono impegnato come docente in un corso di formazione e capita spesso che gli studenti mi pongano delle domande riguardo al mio lavoro. Come si fa questo... Quanto si fa pagare per un sito... ecc...
Ho deciso quindi di rispondere ad alcuni di quesiti. Ovviamente ciò che seguirà sono le mie personali opinioni, frutto dell'esperienza, e non la verità assoluta.

La mia scrivania


"Scusi... Quanto viene?".
La domanda più frequente è: quanto si fa pagare per questo o quel lavoro.
A questa domanda non esiste una risposta univoca perché sfortunatamente i siti, le locandine, ecc... non si vendono un tot al chilo. Il prezzo di una prestazione dipende da una molteplicità di fattori quali la sua complessità, la competenze coinvolte, la qualità del lavoro, il tempo di realizzazione e altro ancora.
Molti sono convinti che bisogna realizzare un lavoro a tutti i costi, pur di guadagnare, e per fare ciò propongono prezzi scandalosamente bassi.
Se una determinata prestazione, per esempio la realizzazione di un sito web,  anziché proporla a 1000 euro la si effettua per 100, non si sono guadagnati 100 euro ma se ne sono persi 900.
Per riuscire a guadagnare quindi 1000 euro, con questo tariffario, bisogna avere 10 persone a cui vendere il servizio e vi posso assicurare che non è detto che si trovino, anche perché ci saranno quelli che riterranno il prezzo di 100 euro ancora troppo elevato.
Non solo, vi posso assicurare che questi clienti saranno ugualmente esigenti e vorranno un lavoro ben fatto.
Uno stuolo di adolescenti che a mala pena sanno accendere un computer si propongono come "Webmaster" o "Grafici".
Ogni volta che ho avuto occasione di parlare con loro mi sono accorto che nelle migliori delle ipotesi hanno una conoscenza degli applicativi che dicono di conoscere, ad essere buoni, diciamo confusionaria e carente.
Ho sentito di ragazzi che si sono fatti pagare 50 euro per un sito web.
E' ovvio che, se siete dei professionisti consapevoli delle vostre conoscenze e del vostro valore, è inutile rincorre questo tipo di concorrenza.
Così come ho sentito di persone che hanno pagato uno sproposito un lavoro appena mediocre.
Fatevi quindi pagare il giusto, senza esagerare, ma senza svendere il vostro lavoro e se durante la normale contrattazione con il cliente vi viene proposto un prezzo troppo basso sappiate dire no.
Vi posso assicurare che non avete perso niente, se il cliente trova chi fa quel lavoro per meno può tranquillamente affidarlo a lui, vedremo poi qual è la qualità del lavoro eseguito.

"Che ci vuole... ci metto cinque minuti..."
Magari... L'amara realtà è ben diversa (quando ero un giovane sprovveduto l'ho detto anch'io e mal me ne incolse). Per fare un buon lavoro bisogna lavorare con calma e considerare anche eventuali noie (tipo disastri informatici) che possono ritardare la consegna di un lavoro.
Quando si indica la data di consegna di un lavoro abbondate, con buon senso ovviamente, aggiungendo più tempo del necessario in modo da potere gestire eventuali problemi che possono sorgere durante la lavorazione. Se riuscite a finire e consegnare il lavoro prima del termine concordato farete pure una bella figura.
Questo, ovviamente non si può dire se sforate con i tempi concordati.

Imparate a trattare con i clienti
Questa è un arte. Io, devo essere sincero, non sempre ci riesco.
Il più delle volte i clienti non hanno ben chiaro nemmeno loro cosa vogliono, o magari lo sanno ma non sono affatto chiari nello spiegarsi. Si lanciano quindi in richieste bizzarre, chiedendo magari servizi sovradimensionati rispetto alle reali esigenze, solo perché ne hanno sentito parlare o perché c'è un altro concorrente che ha fatto così.
Non lanciatevi in disquisizioni tecniche, perché magari al vostro cliente non interessa nulla ed è molto probabile che non capisca nemmeno di cosa state parlando.
Non fate più di quello che vi chiede, non è detto che ciò venga apprezzato (e di conseguenza pagato).
Non cercate nemmeno di esaudire qualunque richiesta ha in mente, ma cercate di ragionare insieme su ciò di cui necessita e ciò che è superfluo, ciò che è realizzabile e ciò che non lo è.
Non subite passivamente le richieste del cliente ma cercate di spiegare bene le vostre idee e in alcuni case cercate di farle piacere.

Questo è quanto, per il momento.
Un saluto
Alessandro